Dio non ha forse scelto i poveri?
Gesù guarisce un uomo incapace di ascoltare e parlare in modo appropriato. Ogni miracolo
di guarigione nel Vangelo è un messaggio oggi per noi e per il mondo. Nella prima lettura
dall’Antico testamento, il popolo d’Israele, finalmente di ritorno verso la propria terra dopo
l’amara esperienza dell’esilio, riceve una parola di coraggio e di promessa di cambiamenti
inauditi: “Si apriranno gli occhi dei ciechi e si schiuderanno gli orecchi dei sordi. Allora lo
zoppo salterà come un cervo, griderà di gioia la lingua del muto”.
Ogni volta noi ci apriamo a Dio la vita rinasce, tutto diventa nuovo. Cosa succede in realtà?
Succede che cambia il vero centro di ogni nostro modo di percepire, comprendere, agire
nella realtà: cambia il nostro cuore. Con il cuore, cioè il nucleo più profondo della nostra
volontà, dei nostri desideri grandi, della nostra speranza, delle nostre decisioni, noi vediamo,
ascoltiamo, parliamo, ci orientiamo nel nostro stile di vita. L’incontro con Gesù vivo ci cambia
il cuore. Questo incontro si chiama conversione.
E come avviene? Impariamo proprio da questo racconto di miracolo. Gesù si trova dunque
difronte al sordomuto, anzi alcuni glielo portano e lo pregano per lui. L’incontro con Gesù
avviene spesso attraverso dei fratelli che si fanno strumenti preziosi con la loro preghiera e
presenza. Gesù allora “Lo prese in disparte, lontano dalla folla”. Per iniziare il cammino di
conversione abbiamo anzitutto bisogno di staccarci dal modo di vedere, ascoltare, parlare
della “folla”. Il Vangelo è spesso una vera alternativa al modo comune di pensare e di vivere.
Gesù dunque, “guardando verso il cielo” emise un sospiro, come quello del creatore sul
primo uomo all’origine del mondo e quello del Risorto ai discepoli. È il dono dello Spirito
Santo che ci fa creature nuove. Gesù dice: “Effatà” cioè “Apriti!”. Questa specie di rito è
rimasto nella liturgia del battesimo. Dal sacramento che ci ha fatto cristiani abbiamo anche
noi ricevuto il dono di essere “aperti”. Il dono cioè di vedere secondo gli occhiali dell’Amore
di Dio, di ascoltare con interesse le cose vere e belle di Dio, di parlare con la sua sapienza, di
camminare secondo i suoi sentieri di bene e di vita vera.
Ma per ricevere tutti questi doni da Lui dobbiamo entrare tra i suoi preferiti.
E chi sono questi? I poveri. “Dio, non ha forse scelto i poveri agli occhi del mondo che sono
ricchi nella fede ed eredi del Regno, promesso a quelli che lo amano?” Così ci ammonisce
l’Apostolo nella seconda lettura. Povertà come atteggiamento di umiltà, disponibilità e
accoglienza a Dio. I ricchi di sé stessi, chiusi nel proprio egoismo, nel loro potere, avere,
piacere rimangono ciechi, sordi, muti all’amore di Dio e del prossimo. Chiusi alla vera vita.
Don Francesco Maria
(foto tratta dal web)
