INVITATI AD UN BANCHETTO ETERNO
L’ultima parte del discorso di Gesù sull’eucaristia che stiamo seguendo in queste ultime
domeniche, ci permette di approfondire ancora questo grande dono che egli ci ha lasciato e
trarne qualche suggerimento per le nostre celebrazioni domenicali.
Le letture di oggi ci suggeriscono la dimensione del banchetto che troviamo implicito nella
S.Messa. Se ci pensiamo bene essa è come un invito a cena da parte di un carissimo amico.
Avviene che ci presentiamo non solo con desiderio di mangiare ma di fare comunione con lui.
Appena entrati nella sua casa magari gli chiediamo scusa perché da tanto tempo non ci si
vede e forse abbiamo declinato inviti precedenti. Egli capisce e subito ci invita in salotto per
parlaci. Si solito infatti prima si dialoga un po’, si risveglia l’amicizia, la sintonia, si fa
comunione di cuori. Poi si inizia la cena. Noi allora presentiamo i doni che abbiamo portato e
li mettiamo sulla tavola. Mentre si mangia arriva un momento dove, con il cibo più raffinato
della cena, il nostro amico ci dice le cose più profonde, più sentite dal cuore. Alla fine ci si
ringrazia reciprocamente e ci si saluta con un “Arrivederci a presto!”. Si è stati bene insieme,
se siamo arrivati con un po’ di tristezza o di noia si torna ora con gioia, con più fraternità,
consolazione, pace.
Ebbene la S.Messa è un po’ strutturata su questo schema che abbiamo vissuto molte volte
nei nostri pranzi con amici o familiari. All’inizio della S.Messa c’è infatti una richiesta di
perdono e poi inizia la prima parte: l’ascolto della Parola. Dio ha da dirci parole di amicizia, di
speranza, di pace, di verità. Nella I lettura oggi si parla della sapienza che invita tutti al suo
banchetto. Per questo è importante che le letture in chiesa siano lette bene, ascoltate bene,
magari meditate prima durante la settimana.
Poi si prepara l’altare e noi vi mettiamo i nostri doni: il pane ed il vino “frutti della terra e del
lavoro dell’uomo”. Gesù allora, nella persona del sacerdote, dice le cose più importanti:
“Ecco il mio corpo, ecco il mio sangue dati per voi e per tutti…”. Sarebbe bello fare sempre
la Comunione con il pane ed il vino, perché questa è la pienezza del segno, quella che ha
voluto Gesù. Speriamo di vincere la pigrizia che ci fa accontentare solo del pane consacrato
quando invece nel vino, sangue di Cristo, egli vi ha messo grandi significati: la remissione dei
peccati, l’alleanza nuova, lo Spirito Santo.
Ma un banchetto vissuto insieme richiede essere di condiviso in comunione di cuori, ecco
perché lo scambio della pace, che presuppone vera amicizia e fraternità tra noi.
Se tutto questo è vissuto bene si dovrebbe uscire di chiesa umanamente e spiritualmente più
ricchi, pur sapendo che questo nostro banchetto domenicale è solo un anticipo del
Banchetto eterno, definitivo cui il Signore ci ha già invitati e, con tutti i santi, ci attende.
Don Francesco Maria