VEGLIATE!

 

È l’invito di Gesù per questa I domenica di Avvento con cui inizia il nuovo anno liturgico. Il ciclo di un anno è un po’ il simbolo della nostra vita che scorre, velocemente, con una serie di ripetizioni annuali che ne danno il ritmo ed anche il senso.
Gesù ci dice di vegliare. Vegliare indica un atteggiamento attivo esteriore e interiore perché include desiderio, attesa, vigilanza, preparazione. Veglia la madre accanto al suo bambino sulla culla, veglia l’amata aspettando il ritorno dell’amato lontano, veglia il campione alla vigilia della gara o lo studente prima dell’esame… Per cosa veglia il cristiano?
Avvento significa venuta. La vita del discepolo ha una direzione, una fine e un fine: l’incontro con il Signore. La morte non è un nulla assoluto ma un incontro, l’abbraccio dello Sposo, l’ingresso alla festa di nozze. Per questo l’anno liturgico inizia con l’invito a vegliare e finisce con la celebrazione di Cristo Re, cioè Signore nell’universo e della mia vita.
Allora in senso cristiano vegliare significa sperare, attendere il bene, compiere e scegliere il bene con saggezza perché sappiamo dove stiamo andando e che cosa vale davvero. E la vita su questa terra non è un conto alla rovescia inesorabile verso il black out definitivo ma al contrario, una temperatura che cresce verso l’Amore e la gioia eterna, verso la vera casa.
Avvento è anche il tempo che ci prepara al Natale. Si, perché in realtà il Signore è già venuto. Duemila anni fa Dio si è fatto uomo. In una progressione di vicinanza, come vuole la logica dell’amore, dopo aver parlato, si è fatto vivo di persona. A Natale celebreremo il fatto straordinario dell’Eterno che entra nel tempo e nella storia dell’uomo. È la prima venuta che segna il percorso verso quella definitiva, la seconda e l’ultima. Così il cristiano sa bene da dove viene e dove va. Questo è il senso profondo del suo esistere e il fondamento della sua sapienza.
Nel Santo Natale poi, scopriremo anche un Dio che è venuto a noi nella semplicità e quotidianità. Allora questo tempo ci aiuta anche a scoprire le venute quotidiane e semplici del Signore nella nostra vita. Come viene? Attraverso la sua Parola, gli avvenimenti, le persone, la Chiesa, i sacramenti, la nostra coscienza. Per questo abbiamo bisogno di silenzio, di ascolto del Vangelo, di preghiera, di “connessione” con il Signore. Forse anche di mettere un po’ in ordine nella nostra vita per accogliere bene un ospite così illustre: Gesù che vuole fare comunione con noi. In fondo tutto questo sarà anche il fondamento della gioia, quella vera e autentica perché non legata a qualcosa che passa ma all’eterno.

don Francesco Maria

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