I Domenica di Quaresima
Anno C
14 febbraio 2016
All’inizio dell’impegnativo ed entusiasmante tempo di Quaresima troviamo ogni anno l’episodio delle tentazioni di Gesù nel deserto. Nel battesimo al Giordano egli ha ricevuto la potenza dello Spirito e la solenne proclamazione del Padre per iniziare la sua missione ed ora, quello stesso Spirito, lo conduce subito nel deserto dove sarà provato quaranta giorni dal diavolo. Come ogni uomo, egli è chiamato a mostrare subito con la vita, anzi con le prove, ciò che è e ciò che crede.
La professione di fede è il tema che percorre tutte le letture di oggi. Nella prima troviamo un antichissimo credo, probabilmente dalle origini del popolo di Israele. Esso non è costituito da definizioni astratte ma dal racconto di esperienze vissute, espresse in azioni concrete da parte di Dio e del popolo nella storia. Anche il nostro “credo” dovrebbe essere così. Quando qualcuno ci chiede se siamo credenti, dovremmo semplicemente raccontare le nostre esperienze di fede.
San Paolo, nella seconda lettura, invita a professare la fede con la bocca e con il cuore. Il cuore indica la parte più profonda di noi, la nostra coscienza, la bocca ciò che diciamo e testimoniamo con la nostra stessa vita che dovrebbe mostrare che egli è “il Signore” per me.
Con le tentazioni nel deserto Gesù fa la sua professione di fede nelle prove cui è soggetto dal diavolo, perché in esse si vede concretamente in cosa crediamo. Le tentazioni avvengono proprio quando abbiamo fame e ci toccano nei nostri bisogni fondamentali ed esistenziali. “Se tu sei Figlio di Dio, di’ a questa pietra che diventi pane”. Il pane rappresenta ciò che è assolutamente necessario per vivere. Gesù moltiplicherà il pane, ma ora la sua risposta ci fa vedere che pane e Dio non sono in alternativa ma solo da mettere nel giusto ordine. Dio va messo prima perché senza di Lui, non solo non ci sarebbe il pane, ma neanche il bene per imparare a condividerlo, vincendo quell’egoismo che è proprio la principale causa della sua mancanza per molti. Adorare solo Dio e cercare la sua volontà devono avere sempre priorità assoluta. L’inganno del “divisore” è infatti proprio questo: mettere al primo posto quei beni che Dio ci vuole dare, ma che senza di lui, rimangono in balia del male. Durante questa Quaresima chiediamo anzitutto il dono del discernimento: riconoscere il bene e in Dio chiedere la forza per viverlo.