Staranzano

Staranzano è un paese inserito all’interno di una vasta zona abitata, nella provincia di Gorizia, sviluppatesi rapidamente in questi ultimi anni che ha come centro principale la città di Monfalcone, polo industriale conosciuto per i suoi Cantieri Navali.

Anche Staranzano ha conosciuto in pochi anni un notevole sviluppo urbanistico con l’immigrazione di molte giovani famiglie provenienti da varie parti della Regione, dell’Italia e dall’estero.

Nella comunità parrocchiale troviamo la presenza di molti gruppi di formazione e servizio. Il gruppo di Animazione missionaria, il gruppo dei Catechisti impegnato per la preparazione ai sacramenti della iniziazione cristiana, il gruppo AGESCI degli Scouts, il gruppo dei Volontari per i molti lavori nelle strutture parrocchiali, il gruppo Carità, l’attiva associazione delle ACLI, il gruppo per il Fondo di Solidarietà, una iniziativa voluta dall’allora parroco mons. Plet per intervenire in modo discreto ma concreto per i casi di povertà materiale del nostro paese.

Nel territorio della parrocchia sono presenti altre due chiese: una nella frazione di Bistrigna dedicata a San Valentino martire e una nella località di Dobbia intitolata a San Carlo Borromeo.

Ogni lunedì di svolge un’ora di adorazione eucaristica ed una sera alla settimana l’incontro con la lettura orante della Parola per giovani e adulti. Alla comunità cristiana cattolica del nostro paese è affidato dunque oggi il compito di  una nuova evangelizzazione per un rinnovato annuncio del Vangelo in modo particolare verso i giovani e le giovani famiglie italiane e straniere presenti. Una missione che vogliamo affidare a Maria, madre di Dio, Stella della evangelizzazione.

La nostra Storia


 

La parrocchia dei Santi Pietro e Paolo di Staranzano è stata istituita  nel 1935 dopo essere stata a suo tempo cappellania della parrocchia San Lorenzo martire del vicino paese di Ronchi dei Legionari. Primo parroco fu don Pietro Sepulcri, pastore mite e generoso, che molto diede alla sua comunità. Da allora si sono succeduti molti e validi sacerdoti.

Attualmente il parroco è don Francesco Maria Fragiacomo, coadiuvato dal vicario parrocchiale don Eugenio Biasiol.

La chiesa parrocchiale fu costruita nel 1655, semi distrutta durante la I guerra mondiale e ribenedetta nel 1921. Nel territorio della parrocchia sono presenti altre due chiese: una nella frazione di Bistrigna dedicata a San Valentino martire e una nella località di Dobbia intitolata a San Carlo Borromeo.

Alla comunità cristiana cattolica del nostro paese è affidato dunque oggi il compito di  una nuova evangelizzazione per un rinnovato annuncio del Vangelo in modo particolare verso i giovani e le giovani famiglie italiane e straniere presenti. Una missione che vogliamo affidare a Maria, madre di Dio, Stella della evangelizzazione.

Battesimi

Matrimoni Civili

Prime Comunioni

Defunti (con rito religioso)

Cresime

Abitanti a Staranzano

Matrimoni in parrocchia

Famiglie a Staranzano

I Dati sopra citati risalgono all’annata del 2015, potrebbero risultare obsoleti e venire aggiornati in qualunque momento senza preavviso
Don Francesco Maria Fragiacomo

Don Francesco Maria Fragiacomo

Francesco Maria Fragiacomo è nato il 27 febbraio del 1961.

Ha conseguito la maturità scientifica nel 1979 presso il liceo “M. Buonarroti” di Monfalcone. Si poi diplomato in Composizione, Pianoforte, Musica Corale e Direzione di coro presso il conservatorio “G.Tartini” di Trieste, ha approfondito gli studi nella direzione del canto corale seguendo corsi con prestigiosi maestri, in particolare nel campo del canto gregoriano.

Ha svolto attività di insegnante e direttore di coro di numerosi complessi corali.

Entrato in seminario nel 1993, ha frequentato la facoltà Teologica del Seminario Interdiocesano di Udine dove ha conseguito il Baccalaureato ed è stato ordinato sacerdote nel 1999. Ha ottenuto il diploma  triennale di qualificazione di Formatore vocazionale dalla Università Pontificia Salesiana di Roma frequentando il corso presso la Facoltà di scienze dell’educazione e scuola superiore internazionale di scienze della formazione di Venezia.

È stato per cinque anni vicario parrocchiale nella parrocchia dei Santi Ilario e Taziano, del Duomo di Gorizia, dove ha anche svolto l’incarico di direttore del coro della Chiesa Metropolitana. Per quattro anni parroco della Parrocchia San Rocco in Villesse e dall’ottobre 2009 della Parrocchia dei Santi Pietro e Paolo in Staranzano.  È direttore del coro Diocesano ed insegnante di musica e direttore di coro presso il Seminario Interdiocesano di Udine.

È membro della Conferenza Presbiterale del Triveneto ed Italiana. Ha anche l’incarico di Consigliere spirituale diocesano del movimento Rinnovamento nello Spirito.

Discorso di don Francesco Maria Fragiacomo nella celebrazione del suo ingresso alla Parrocchia dei Santi Pietro e Paolo in Staranzano

Caro padre Arcivescovo, signor Sindaco e autorità presenti, membri del Consiglio pastorale ed affari economici, carissimi amici e fedeli tutti,

grazie per il clima familiare e fraterno con il quale oggi mi accogliete nella vostra comunità. Vengo a percorrere, nel cammino della mia vita e del mio personale percorso di fede un tratto di strada con voi,  per il tempo che il Signore vorrà.

Dio ci conceda sia un percorso di crescita ed arricchimento reciproco, nella gioia ed armonia dello Spirito.

Come ha scritto San Agostino rivolgendosi alla sua comunità: “con voi sono un cristiano, pervoi sono pastore”. Il Signore ha voluto inizi con oggi il mio servizio di presbitero e parroco in questa parrocchia. Voglio ringraziare anzitutto i pastori che prima di me l’hanno guidata con passione e  totale dedizione: don Francesco Plet, che dopo molti altri servizi in diocesi, vive ora qui e continua operare con grande disponibilità e che voglio già da ora ringraziare per il suo servizio umile e prezioso. Ringrazio don Luigi Fontanot. Ringrazio i presbiteri collaboratori, primo fra tutti don Eugenio Biasiol per il suo servizio assiduo in modo particolare come assistente del gruppo Scouts, e ringrazio naturalmente il vostro ultimo e da voi molto amato parroco don Fulvio Ostroman, che appena domenica scorsa avete ufficialmente salutato con grande affetto e che molto ha dato a questa comunità negli anni forse più intensi della sua vita.

Ho chiesto al Signore in questa eucaristia di essere anch’io un pastore secondo il Suo cuore. Un cuore come quello di Gesù, capace anzitutto di condividere e di essere solidale in modo particolare con i sofferenti nel corpo e nello spirito, con i poveri in senso materiale e spirituale. Un cuore che sappia mettersi in ricerca di chi ha bisogno di essere trovato, come molte volte fa Gesù nel Vangelo.  Un cuore veramente orante, che ha sete di Dio che trova nella preghiera il canale per ricevere la forza viva dello Spirito così come Gesù faceva ritirandosi spesso  solo a pregare.

Salutando domenica scorsa la cara comunità di Villesse, che abbraccio ancora una volta con grande affetto attraverso le persone che oggi mi hanno voluto   accompagnare, ho ricordato una frase di San Paolo indirizzata  ai cristiani di Corinto: “Io non intendo fare da padrone della vostra fede ma collaboratore della vostra gioia…”.  Vorrei fare mie queste parole verso di voi, desiderando essere anzitutto al servizio di questa gioia che nasce nel profondo quando una persona ha veramente incontrando Cristo e riconosce un cambiamento meraviglioso nella sua vita. Vorrei contribuire a portare tra voi un po’ di entusiasmo del Vangelo che ho gustato quando nel percorso della mia vita ho iniziato veramente ad aprire il cuore al Signore. Da quel momento la mia vita è totalmente cambiata portandomi in età adulta alla scelta del sacerdozio. Certo non sempre i nostri cammini sono lineari coerenti, il peccato sempre ci ostacola, ci distoglie, ci fa perdere tempo, ma sappiamo almeno dove dobbiamo cercare e dirigere i nostri passi.

Vorrei condividere, aiutato spero dal grande e bel linguaggio della musica, che mi ha occupato negli anni della mia gioventù, la gioia di lodare insieme il Signore.

Torno nella mia terra, dove ho vissuto la mia giovinezza. Un territorio che vedo oggi profondamente cambiato e decisamente orientato verso il mondo di domani che sarà probabilmente costituito da una società pluriculturale e plurireligiosa. Ma questa complessità come cristiani non ci spaventa, anzi, sappiamo bene che la diversità è una ricchezza ed anche una grande occasione per una nuova stagione della fede. Già più di vent’anni fa papa Giovanni Paolo II con forza indicava questo come il tempo della nuova evangelizzazione. Tempo nel quale le comunità cristiane devono anzitutto impegnarsi insieme per un nuovo annuncio del Vangelo, in un mondo dove la fede non è più  un dato scontato. Ma oltre ad un nuovo annuncio si tratta forse anche di un primo annuncio da dare con coraggio alle molte persone che ignorano Cristo.

Entro in una comunità ricca di collaboratori, così come mi è stata presentata da molte persone e dallo stesso vostro parroco,  caratterizzata da laici maturi e consapevoli di essere tutti insieme corresponsabili di uno stesso impegno al servizio del Vangelo.

Vi chiedo allora già da adesso il vostro aiuto e collaborazione in continuità con quanto egregiamente fatto in questi anni per la vostra comunità.

Lo chiedo al gruppo dei Catechisti ed educatori, al Gruppo Carità, al Gruppo Missionario, al direttivo ACLI, al Gruppo di Servizio che molto ha lavorato nei vari ambienti.

Al gruppo degli Scouts, come fratello a già capo Scouts chiedo insieme, chiedo insieme di aiutare i giovani a diventare buoni cittadini del mondo e cristiani maturi, e  come ci ricorda il nostro fondatore Baden Powel, di lasciare il mondo “un po’ migliore di come l’abbiamo trovato”.

Vi chiedo già da adesso come ho già fatto con il Consiglio Pastorale ed affari economici di continuare insieme in questa bella sinfonia di carismi e personalità diverse.

Vi prego di saper accogliere la inevitabile diversità che ogni pastore ha in sé come formazione, carismi, carattere e tratti della sua persona. E pregate per me  perché con umiltà e pazienza sappia accogliere e valorizzare tutte le vostre potenzialità per il Vangelo.

Una bella opera d’arte riesce quando è costituita da molte diversità, pur talvolta contrastanti ma pur sempre riunite magistralmente e misteriosamente in un’unica sinfonia, come ci insegna San Paolo, che quest’anno celebriamo, e che di comunità cristiane se ne intendeva. Lasciamo fare allo Spirito Santo, Spirito di unità e di pace.

Mi affido alla Vergine Maria ed ai nostri Patroni Pietro e Paolo così ben raffigurati in nelle bellissime icone che mi hanno immediatamente colpito di questa chiesa. Maria la centro delle “colonne” della Chiesa, al centro della comunità apostolica nata dalla Pentecoste, così come descritta nel libro degli Atti dell’evangelista Luca di cui oggi ricorre la festa liturgica. Anche a Lui, evangelista della misericordia di Dio, guardo e mi affido.

Maria regina della pace e stella della evangelizzazione interceda e preghi per noi.

Staranzano, chiesa dei Ss. Pietro e Paolo,

18 ottobre 2008 Festa di San Luca evangelista

don Francesco Maria Fragiacomo

Le Nostre Chiese

Chiesa dei SS. Pietro e Paolo

Staranzano

La Chiesa parrocchiale, edificata alla metà del Seicento
ma distrutta durante la prima guerra mondiale, fu ricostruita nel 1921 in stile neoromanico: facciata a salienti, con costoloni divisori in mattone a vista, protiro in mattone sostenuto da esili colonne e sormontato da una trifora; archetti pensili sotto lo spiovente del tetto.

All’interno pala d’altare del triestino Giovanni Zangrando (1867-1941), adattata nel riquadro del soffitto: rappresenta la Madonna con Bambino e angeli tra nubi adorata dai Ss. Pietro e Paolo in
piedi, divisi da un paesaggio con la veduta dell’antica Staranzano.

L’immagine della vecchia parrocchiale compare anche nel quadro dell’altar maggiore con i Ss. Pietro e Paolo e la
Madonna con Bambino in un nimbo dorato, dipinto da Clemente Delneri.

La facciata della vecchia chiesa si mostra in tutta la sua modestia: a capanna, timpanata, con una porta in pietra appena lavorata. Le sta accanto il robusto campanile in sasso che tuttora esiste, edificato a partire dal 1765 “con carità dè fedeli divoti”, come si legge su una lapide. La pala è probabilmente opera del goriziano Clemente Delneri.

Chiesa di San Valentino

Bistrigna

La chiesetta, con il piccolo pronao e la semplice aula rettangolare, è il risultato della ricostruzione avvenuta dopo i danni della Grande Guerra.

Inizialmente consacrata al solo San Valentino, del quale esisteva anche la confraternita, nella visita apostolica del patriarca Giovanni Delfino del 1660 risulta citata con un nuovo altare, quello di San Giorgio, al quale si aggiungono altri tre.

La pala che attualmente decora l’interno è un’opera del 1914 di Clemente Del Neri, raffigurante San Valentino benedicente.

Oltre il particolare paesaggistico che riporta l’immagine della vecchia chiesa con il cimitero annesso, è da notare come la superficie di lamina zincata sia riuscita a contenere i danni dei proiettili della Prima Guerra Mondiale che l’hanno deturpata, ma non distrutta.

Chiesa di San Carlo

Dobbia

Risalente al Seicento, ma ristrutturata con rispetto delle forme originali intorno al 1920-25, dopo le distruzioni subite durante la Prima Guerra Mondiale, la chiesetta ha le caratteristiche degli edifici votivi dell’area, con la facciata a capanna, monofora campanaria, unica navata e sacrestia aggiunta.

Esternamente, accanto al portale d’entrata, è collocata una pietra con scolpito lo stemma araldico dei conti Susanna, antichi proprietari di queste terre.